DEGLI UOMINI DEL SAN MARTINO
30 OTTOBRE
"PRELIEVO" DA UN NEGOZIO DI ALIMENTARI
L'oggetto, come si legge nella lettera del tenente dei carabinieri di Luino Federico De
Feo, era "attività partigiana". Dice: "ore 11 ieri 29 corrente mese in
Muceno, comune di Porto Valtravaglia, sei civili, armati pistola e bombe a mano,
penetravano negozio generi alimentari gestito Isabella Giacomo et Cooperativa Operaia
gestita Vaiani Enrico asportando 6 quintali di riso et quintali 6 di pasta [
].
Sembra che partigiani facciano parte banda armata rifugiata montagna ridosso città di
Luino come desumesi allegato biglietto lasciato all'Isabella".
Il biglietto era la ricevuta che il tenente colonnello "Giustizia" Carlo Croce consegnò ai suoi uomini prima dell'operazione. Esso rappresenta uno straordinario documento. Il testo del messaggio che si apre con il motto della formazione "Non si è posto fango sul nostro volto"-"Esercito Italiano- Comando Gruppo Cinque Giornate"-"Zona d'Onore, 29 ottobre 1943" diceva: "al fornaio di Musadino- Consegnerete al latore nostro incaricato, 6 quintali di derrate alimentari (riso) che trovansi giacenti presso di voi e che sono di proprietà dell'Esercito Italiano. A consegna avvenuta saranno segnati a penna i quantitativi sul presente foglio che avrà valore di regolare buono di prelevamenti. Comunicherete verbalmente il totale delle giacenze esistenti presso di voi. Il comandante: t. col. Giustizia- W l'Italia Libera nel mondo liberato".
2 NOVEMBRE 1943
Il 2 novembre 1943 alcuni elementi del Gruppo Cinque Giornate e un gruppo di tedeschi si
scontravano per la prima volta. La caccia ai responsabili dell'aggressione alla pattuglia
germanica fu organizzata dal tenente colonnello Salvatore Sinisi, comandante il Gruppo
carabinieri di Varese.
9 NOVEMBRE 1943
Il 9 novembre, infine, venne compiuto un altro agguato, ove l'obiettivo era una Fiat
"500" su cui viaggiavano tre SS: un militare fu ucciso, l'altro ferito, il
terzo, incolume, fu arrestato. Per i tedeschi fu un durissimo colpo.
4 NOVEMBRE
"PRELIEVO" DA UN CASEIFICIO
Il 4 novembre i partigiani attaccarono la sede della ditta Castelli di Valganna, facendosi
consegnare 25 forme di formaggio del peso di 10 quintali "ripartendo per ignota
destinazione". "Siamo ribelli del S. Martino- dicono sette giovani vestiti con
le divise dei granatieri di Sardegna, al custode Massimo Cadario- abbiamo bisogno del
vostro formaggio per poter vivere". I carabinieri stilarono la solita comunicazione:
"trattasi di militari sbandati rifugiati su montagne circostanti la Valcuvia".