Aldo Chiosi
Aldo Chiosi, 40 anni, luinese, è in contatto con la formazione militare partigiana Lazzarini, da mesi inafferrabile obbiettivo della polizia repubblicana. Chiosi ha un passato inquieto: rientrato nel ‘38 dalla Francia, dopo aver trovato lavoro a Luino, aveva fatto le valigie nel ‘42 per la Germania ,dalla quale tornò il 25 luglio 1943. Dal quel giorno si era avvicinato al movimento partigiano locale. Il 5 ottobre Aldo Chiosi è catturato dalla Gnr: i fascisti lo considerarono l’elemento adatto per giungere a sgominare la "Lazzarini". Secondo la ricostruzione della Gnr, a Lazzarini e ai suoi uomini debbono essere attribuiti i delitti di Bollini (impiegato del comune di Luino), del podestà di Brissago Valtravaglia, di Cesare Bonfiglio, del milite della Brigata Nera Domenico Rossi , dell’alpino Felice Aimè, di Franco Buffoni e del brigadiere Severino Gallo. Trasferito da Luino alla sede di Varese della Gnr, Aldo Chiosi viene interrogato il pomeriggio del 5 ottobre e di fronte a sé ha Giovanni Pavan, segnato dalle percosse. Anche Chiosi viene duramente picchiato e inizia a raccontare la sua storia: il 1 aprile 1944 conobbe un certo Anselmo, il quale lo presentò al capitano Lazzarini. Quest’ultimo lo incaricò di recuperare qualche ragazzo che si aggirava nella zona. Il 3 ottobre, verso le 12,30 Franco Corradi e l’Anselmo andarono dal Chiosi per avvisare il Lazzarini di recarsi a Malnate per ritirare una camionetta con delle armi e dei ragazzi. In quel periodo la banda Lazzarini, che si compone di una trentina di uomini armati di moschetto, pistole e bombe a mano, si è sistemata a Voldomino e precisamente presso la località denominata "Gerra" (Gera) ed è alloggiata in una cascina e in una casa poco distante. All’alba del 7 ottobre 1944 l’operazione Lazzarini ha il suo inizio: i partigiani, colti nel sonno, sono diciannove. La trappola, utilizzando Aldo Chiosi, ha funzionato.