DON PIERO FOLLI

don folli Don Piero Folli, nato a Milano nel 1881, divenne parroco di Voldomino nel 1923 dopo aver conseguito gli studi presso il seminario di Porta Venezia. Sin dalla giovinezza si dimostrò molto sensibile alle problematiche sociali e politiche. Don Piero Folli, “non lo si può negare, è un uomo che reagisce apertamente contro le ingiustizie e i soprusi; antifascista dichiarato, subisce angherie di ogni tipo. Nel 1943 aderì all'organizzazione dell'ing. Bacciagaluppi; inoltre a lui vennero a far capo le reti organizzate per porre in salvo gli ebrei che avevano diramazioni sino a Firenze ed a Genova. Don Folli dimostrò la sua integrità morale e il suo coraggio non avendo timore di denunciare le violenze fasciste.

Le sue idee naturalmente attingono dal cristianesimo e dal pulpito una volta disse: “La carità verso il prossimo: ecco la base delle relazioni con gli latri. L’uomo non è un solitario; non nasce solo, non vive solo: da solo è soltanto capace di morire. Separare perciò nella vita noi dagli altri è impossibile, è ineffettuabile e nessuno è così sciocco da negare che oltre a lui vi siano degli altri che con lui vivono, con lui sono in relazione, con lui hanno una infinità di interessi e con lui partecipano a gioia e dolori. Gli altri ci sono e sono con noi e non possiamo non riconoscere praticamente in loro i diritti di una vita libera, non possiamo negare loro un fine, uno scopo individuale e personale, perché con la nostra azione li ipotechiamo a nostro esclusivo vantaggio e soffochiamo in loro ogni tentativo d’azione per sé medesimi”.

comunione di folli

gruppo di don folli

Al suo pensiero hanno aderito molti giovani che hanno deciso anche di morire per questo. L’altro principio su cui fonda la sua attività era che “La carità è la virtù che distrugge l’egoismo e ci pone in condizione di mantenere nell’amore le relazioni con gli altri.” Dopo l’8 Settembre inizia ad affluire un numero sempre più alto di perseguitati politici, ebrei, prigionieri alleati, fugitivi e don Folli, insieme al suo popolospalanca le porte della Chiesa e dell’oratorio. Il 3 dicembre 1943 una spedizione punitiva irruppe nella Canonica di Voldomino e don Folli fu arrestato insieme ad un gruppo di ebrei mandatogli dall'arcivescovo cardinale Boetto. I fascisti ricercarono nella sua casa carte compromettenti, ma non rovistarono tra gli atti di battesimo e di matrimonio, dove il parroco aveva nascosto l'elenco delle persone aiutate ed altri documenti.

Don Folli fu imprigionato a S. Vittore e per intervento del cardinale Schuster fu poi liberato e assegnato al domicilio coatto a Cesano Boscone e Vittuone. Poté tornare a Voldomino pochi giorni prima della liberazione quando ormai il sistema poliziesco fascista era in disfacimento.

lapide di don folli