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"A tavola..."

(parla la signora Giulia Merli)

 

Ci davano un bastone di pane a testa! Era pane fatto di paglia macinata, patate e qualunque cosa capitasse. Pesava un mucchio, era mal cotto, tu lo tagliavi a metà: mezzo lo mangiavi a mezzogiorno e metà la sera. Qualche volta, ti davano qualche pezzetto di formaggio; ma della carne non parliamone neanche! Quindi bisognava arrangiarsi nei limiti delle nostre possibilità.
Io mi ricordo di mia zia che forse era incinta; mi diceva: "Ma lo sai che ho mangiato un pezzetto di polenta a mezzogiorno, ma ho proprio fame!". E già c'eravamo organizzate per fare l'olio con le noci; avevamo scoperto a Cavona uno che aveva una macchina che era strutturata in modo da fare l'olio con le noci. Mio zio era quello che raccoglieva di più le noci, perché era lui il più bravo. Lui era del 1902 e non era soggetto al militare, ma doveva andare nei boschi a tagliare la legna ed era esente da qualsiasi obbligo; allora lui raccoglieva le noci anche perché aveva parecchie piante e io e mia madre invece andavamo a fare l'olio. Allora un pomeriggio, tanto per dirti come ci si poteva sfamare, mia zia mi disse: "Senti io ho là la polenta, non ho proprio niente da mangiare, cosa ci mettiamo?" era primavera e mi disse: "Andiamo nel campo a vedere se troviamo un certo tipo di erba" io non so ancora che erba fosse: erano dei ciuffi di erbe che assomigliavano all'insalata a cui lei dava un nome. Le abbiamo lavate, pulite e le abbiamo fatte in insalata con un goccio d'olio e un po' di aceto e una fetta di polenta. Poi mi disse: "Adesso sto proprio un po' meglio".

 

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