Il. Commercio Equo e Solidale
Il. Commercio Equo e Solidale nasce da una critica al modello commerciale tradizionale, cioè dalla constatazione del fallimento di una politica economica che ha creato forti squilibri nella distribuzione delle ricchezze. Lo slogan che ha sempre caratterizzato il commercio equo è “Trade non Aid”, “Commercio, non aiuti” per sottolineare l’importanza di fornire strumenti adeguati alle popolazioni dei paesi più poveri per permettere a queste di uscire autonomamente da situazioni di povertà, senza dipendere solamente da aiuti esterni, che possono a volte creare dipendenza e scoraggiare la realizzazione di progetti locali.
Perché si chiama commercio Equo Solidale?
Il commercio alternativo è nato in risposta ad alcune politiche economiche che, come è stato denunciato dalle stesse istituzioni internazionali, hanno peggiorato le condizioni di vita delle popolazioni dei Paesi più poveri.
Nasce dunque in primo luogo come risposta ai produttori del Sud del Mondo esclusi dal mercato che grazie al circuito del Commercio Equo e Solidale possono ricominciare ad orientare la produzione all’esportazione e anche al mercato interno.
Il commercio Equo è un mercato alternativo perché:
1) perché lavora con i produttori ed i lavoratori messi ai margini del mercato tradizionale, con rapporti commerciali diretti e di lungo periodo, in modo che i produttori possano pianificare con maggiore certezza il loro futuro
2) perché paga un prezzo equo che garantisce a tutte le organizzazioni (produttori, esportatori/importatori, distributori finali) un giusto guadagno. Il prezzo equo per il produttore è concordato con il produttore stesso sulla base del costo delle materie prime, di una giusta retribuzione del lavoro svolto, più un premio destinato a finanziare progetti di sviluppo decisi e gestiti dai produttori.
3) Perché i produttori provengono direttamente da comunità, villaggi e cooperative attente alla reale partecipazione alle decisioni da parte di tutti i lavoratori. Inoltre non si ammettono divergenze eccessive nelle retribuzioni
4) Perché rispetta l’ambiente, privilegiando e promovendo produzioni biologiche, l’uso di materiali riciclabili, e processi produttivi e distributivi a basso impatto ambientale.
5) Perché garantisce condizioni di lavoro che rispettino i diritti dei lavoratori sanciti dalle convenzioni dell’ Organizzazione Internazionale del Lavoro.
6) Perché non ricorre al lavoro infantile e rispetta le convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia.
7) Perché è trasparente verso i consumatori, che possono conoscere l’effettiva composizione del prezzo di acquisto e sapere immediatamente come vengono utilizzati i suoi soldi.
8) Perché promuove azioni informative, educative e politiche sul commercio Equo e Solidale, sui rapporti fra Paesi svantaggiati ed economicamente sviluppati.