La Resistenza nel Luinese

Uno degli aspetti fondamentali della Resistenza nel Luinese è rappresentato dalla continua, intensa e spesso sofferta e drammatica opera dell’espatrio di ex prigionieri alleati, sbandati, renitenti, perseguitati per motivi razziali e politici, partigiani in difficoltà, feriti. Fu anche necessario garantire la sicurezza delle missioni e il trasporto di materiali propagandistici da e per la Svizzera. Avendo presenti le caratteristiche territoriali del Luinese  e il ruolo che la vicina nazione Svizzera ebbe a svolgere a favore della Resistenza, non può sorprenderci se questi aspetti legati all’espatrio finirono col diventare la caratteristica di fondo della Resistenza nell’Alto Varesotto.

Fondamentale per le azioni partigiane si rivelò la complessa e fruttuosa attività di recupero di armi, munizioni ed esplosivo. Inoltre furono acquistati anche detonatori per tubi di tritolo. Fu questa una attività fondamentalmente positiva, nonostante le cifre siano in apparenza limitate, soprattutto se si tiene conto che, ad esempio, nella vicina Varese gli uomini della 121° Garibaldi guidati da Claudio Macchi riuscirono a completare la dotazione individuale di un’arma soltanto nel 1945.

Ad onore dei patrioti luinesi rimane l’incessante opera di soccorso e sostegno nei confronti dei reduci del "Gruppo Cinque Giornate", molti dei quali furono fatti espatriare.

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