Gianfranco Corradi

Gianfranco Corradi, responsabile del nucleo Gap, cede sotto le torture e svela decisivi particolari che porteranno poche ore dopo all’uccisione di Walter Marcobi ("Remo") comandante della 121 Brigata Garibaldi di "Gastone Sozzi". Il verbale delle sue confessioni è di tre pagine e mezzo: Corradi inizia revocando la sua diserzione dalla Milizia Stradale di Milano, i primi contatti con Bartolomeo Bai , Pasquale Bernasconi, Giacomo Rigamonti e Mario Feroli, la sua raccolta di armi e di viveri, le tre biciclette consegnate dal Marcobi il 25 settembre. Prosegue rivelando il luogo dell’accampamento a Lomnago e dell’elenco consegnatoli da Marcobi contenente i nomi dell’ Ufficio Politico di Varese (tra cui figurano Triulzi e Pedretti). I connotati di Marcobi sono: statura 1,75 circa, colorito rosso, capelli neri lisci, fronte spaziosa, di aspetto e di persona distinta, vestito comunemente di grigio, quando pioveva portava dei pantaloni alla zuava con calzettoni bianchi. Corradi rivelò che con Brai e Brusa catturò a Malnate tale Aldo Battistella, appartenente alla Brigata Nera. Alla cattura parteciparono anche Giorgi, Trotto detto "Topolino" e Marcolin. Il comitato C.L.N. per bocca di Marcobi fece loro sapere che non sarebbero stati riconosciuti come partigiani e quindi non retribuiti se non avessero effettuato qualche operazione. Ad operazione conclusa fu loro promesso un compenso di lire tremila mensili, appena sufficienti al loro mantenimento. Ma l’ammissione più grave, che permetterà alla Gnr di mutilare la 121 Brigata al suo vertice, fu rivelare che il 5 ottobre Corradi aveva un appuntamento con Marcobi per le ore 10 in località Casbeno-Capolago. Il responsabile della base partigiana di Lomnago segnala altri nomi, lo svela una succinta informativa che la Gnr invia al Comando Generale. Su indicazione di Corradi potevano essere effettuati i fermi dei sottodescritti: