Walter Marcobi


walter marcobi Walter Marcobi, 30 anni, operaio, la guerra di Etiopia nel suo bagaglio di giovane comunista, una delicata malattia che gli impedisce di essere richiamato dopo il 25 luglio, è l’uomo attorno a cui ruota tutta l’attività partigiana di Varese. Il Marcobi, secondo i fascisti, era la figura principale nella direzione degli attentati e dei sabotaggi. Anche Giovanni Pavan, nome dietro cui si cela Antonio Cetin, percosso a sangue, il 6 ottobre, parla del Marcobi caduto il giorno prima. "Remo" parlava sempre di comunismo e disse al Pavan di organizzare dei gruppi di sbandati per combattere il fascismo e i tedeschi. Aggiunse inoltre che stava preparando degli attentati terroristici con bombe che dovevano essere piazzate nello stabilimento Avio Macchi di Malnate, alla sede del Gruppo Centro di Varese e al Palazzo Littorio. Le bombe gli venivano fornite da un tale di nome Girelli Gian Maria. Il Marcobi era a contatto con il "Fronte della Gioventù" ed era in possesso di due mitra, uno dei quali lo diede a Gianfranco Corradi avvolto in un foglio di carta, ottenuti sotto compenso di 1000 lire ciascuno. Ma è il racconto del Corradi che consente di catturarlo. L’operazione inizia alle 10 del 5 ottobre 1944, una fonte particolare è quella di Luigi Baratelli, milite della Gnr, che il 23 maggio 1945 ricostruisce alla Questura di Varese le circostanze della morte del Marcobi. All’appuntamento si recarono con una Topolino il capitano Triulzi, Baiardo Frati, Carletto Malnati e tale Seveso di Saronno i quali al rientro diedero questa versione: incontrato il Marcobi per la strada lo fermarono e Malnati gli fece la perquisizione dicendo di sentire la pistola al fianco. Marcobi si mise a correre e fu inseguito dai colpi di pistola del Seveso e del Malnati senza essere colpito. A quel punto il Frati con una raffica di mitra lo uccise.